Dopo le prestazioni e le vittorie dell’ultimo anno, sono sempre di più coloro che paragonano Tadej Pogacar a Eddy Merckx. Capace di essere competitivo e di imporsi sia nelle gare a tappe che nelle corse di un giorno, il fenomeno sloveno sembra destinato sempre più a entrare a far parte di quella ristretta cerchia di corridori che, con le loro imprese, hanno segnato un’epoca ciclistica, con proprio il Cannibale al primo posto tra questi atleti. Se il 23enne dell’UAE Team Emirates è stato accostato al belga già dal team manager della sua squadra, Mauro Gianetti, e dal general manager della Quick-Step Alpha Vinyl, Patrick Lefevere, oltre che da addetti ai lavori, giornalisti e tifosi, a evitare qualsiasi paragone è il direttore sportivo del team emiratino Joxean Matxín.
“I giovani non guardano indietro, né alla storia – ha dichiarato Matxín a AS – Pogacar vuole essere se stesso, senza assomigliare a nessuno. Anche noi, all’UAE, non vogliamo assomigliare a nessuno. I confronti con Merckx non sono opera nostra. Tadej è ormai il numero uno al mondo, ma non possiamo essere presuntuosi o arroganti”.
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